istallazioni
Luci nel buio
Chiesa di San Salvatore, Largo San Salvatore, Terni
Cavour Art 14-24 Settembre 2023
Orario: 10,00 – 12,45 e 16,30 – 19,30
Per info e per altri orari di visita contattare 348 25 38 710
Con “Luci nel buio”, Sandro Tomassini inserisce le suggestioni dell’Op art nell’insolita cornice dell’antichissimo Tempio del Sole (conosciuto anche come Chiesa di San Salvatore fin da epoca altomedievale), sostituendo le quattro finestre ad arco a tutto sesto della “rotonda” absidale con altrettanti pannelli a linee orizzontali variopinte, dall’effetto psichedelico. Il risultato, apprezzabile dall’esterno del complesso, è una sinestesia di colore e ruvidezza di pietra, lampi di luce e gravità di tufo, che rimanda agli accostamenti spiazzanti della street art di Banski: l’effetto di straniamento, in questo caso, promana dalla fusione di un’installazione moderna con un antico edificio e dal dialogo che ne scaturisce – con la prima che rivitalizza il secondo, donandogli un’immagine e un senso del tutto nuovi, e il secondo che nobilita la prima grazie alla forza della sua storia millenaria.
Entrando nel Tempio fino a raggiungere la “rotonda”, è possibile apprezzare, questa volta sul lato interno delle finestre, due ulteriori installazioni collocate simmetricamente all’altare, che rientrano nel solco della sperimentazione materica di Tomassini: di primo acchito sembra di trovarsi di fronte a metope marmoree, il cui bassorilievo sia stato corroso dall’azione del tempo, ma un’osservazione più attenta e ravvicinata ci rivela la presenza impalpabile e candida dell’ovatta adagiata su uno sfondo bianco, nel caso dell’installazione di sinistra, e su uno sfondo nero, in quella di destra. Nello sfasamento percettivo che ne consegue, la visione d’insieme cambia di segno e significato: le due “nuvole”, dalla consistenza soffice e spumosa, evocano un’immagine d’imponderabile leggerezza, un desiderio di elevazione verso l’alto, oltre la dura immanenza della pietra.
All’interno così come all’esterno del Tempio, l’artista riesce, in sostanza, a generare un vivace rapporto dialettico tra le sue opere e la struttura architettonica che le incorpora in sé, attraverso un sottile e ironico gioco di rimandi fra passato e presente, fra terra e cielo, fra tenebra e luce.
Elisabetta Ragonesi
With “Luci nel buio” (“Lights in the dark”) Sandro Tomassini inserts the suggestions of Op art in the unusual setting of the ancient Temple of the Sun (also known as Church of San Salvatore since the early Middle Ages), by replacing the four round arched windows of the “rotonda” with as many panels with colorful horizontal lines donating a psychedelic effect.
The result, appreciable from the outside of the complex, is a synesthesia of colors and stone roughness, flashes of light and tuff heaviness, reminding the unsettling juxtapositions of Banski’s street art. The effect of alienation, in this case, is given by the fusion of a modern installation with an ancient building and by the consequential dialogue between the two of them – with the former revitalizing the latter’s image and significance, and the latter ennobling the former thanks to its thousand-year history.
Moreover, entering the Temple and getting towards the same “rotonda”, we can find two further installations placed symmetrically at the altar, this time in the internal part of the windows. They belong to the group of works of art thatTomassinidedicated to the experimentation of different materials. At a first glance one could think to be observing two marble metopes whose bas-relieves have been corroded throughout the centuries, but a closer observation reveals the pale impalpable presence of cotton laid on a white background, in the installation on the left hand side, and on a black background, in the one on the right hand side. As a result, the perceptual shift changes in sign and meaning the overall vision. The two “clouds” with their soft and foamy texture evoke an image of imponderable lightness, a desire for upward elevation, beyond the harsh immanence of the stone.
Inside as well as outside the Temple the artist manages to create an intense dialectical relationship between his artworks and the building which incorporates them within its own structure, through a subtle and ironic game of references between present and past, sky and earth, light and darkness.
Elisabetta Ragonesi