Problem solving
Problem solving rappresenta l’esito di un progetto artistico che porta alle estreme conseguenze il tratto distintivo più peculiare della ricerca estetica di Tomassini: l’interattività. Se molte sue creazioni ruotano attorno all’idea di fruibilità tattile dell’opera, e dello spettatore che interviene liberamente per cambiarne l’assetto, questa installazione, concepita in forme e colori diversi, coniuga in modo indissolubile la creazione artistica propriamente detta con il puro divertissement. Siamo di fronte alla totale demistificazione dell’oggetto d’arte considerato sacro e inviolabile, ma, allo stesso tempo, assistiamo al recupero del suo significato più profondo, proprio in virtù dell’aspetto ludico che gli è intrinseco. Come direbbe Calvino: è un gioco, ma un gioco molto serio.
L’opera, con le sue linee pulite e rigorose, che richiamano le esperienze giovanili di Tomassini nell’ambito del design, presenta una struttura labirintica su una base quadrangolare, lungo le cui scanalature scorrono piccoli cilindri, tutti identici fra loro tranne uno, caratterizzato da sottili fenditure longitudinali. La composizione dedalea della base suggerisce la necessità di trovare, lungo i tanti percorsi possibili, soggettivi e imponderabili, l’unica via d’uscita presente, collocata su un lato del quadrilatero.
Metafora di una condizione umana universale, il gioco prevede che l’elemento cilindrico unico (il Soggetto) si relazioni con tutti quelli che incontra lungo il cammino: toccandoli, sfiorandoli, spingendoli o facendosi spingere a sua volta. In sostanza, il tracciato che ogni spettatore-giocatore percorre a occhi bendati, fino a uscire dal quadrilatero, si configura sia in senso filosofico, come rappresentazione dell’esistenza, sia in senso ludico, come svolgimento di un gioco con regole predefinite, in tante possibili varianti.
(Elisabetta Ragonesi)
Problem solving
Problem solving represents the outcome of an artistic project that brings to its extreme consequences the distinctive feature of Sandro Tomassini’s aesthetic research: interactivity. If many of his creations revolve around the idea of a tactile approach, and of a spectator that freely changes the artwork structure, this installation, conceived in different shapes and colors, can mostly be considered as pure divertissement. We are faced with the total demystification of the object of art as sacred and inviolable, but at the same time, we witness the recovery of its deepest meaning, precisely through the playful aspect that is intrinsic to it. As Italo Calvino would say: it is a game, but a very serious one.
The artwork, with its clean and rigorous lines, which recall Mr. Tomassini’s youthful experiences in the field of design, has a labyrinthine structure on a square base, with small cylinders sliding along grooves, all identical to each other except one, characterized by thin longitudinal ruts. The Daedalian composition of the base suggests the need to find, along the many possible subjective and unpredictable paths, the only way out, positioned only on one side of the quadrilateral.
A metaphor of the universal human condition, the game implies that the cylindrical element which differs from the others (the Subject) relates to the ones it meets along its way by touching them, brushing against them, pushing them or being pushed in turn. Basically, the path that each spectator-player, as Subject, follows until exiting the quadrilateral is configured both in a philosophical sense, as a representation of existence, and in a playful one, as a starting point of a game with predefined rules and many possible variations.
(Elisabetta Ragonesi)
Regole del gioco
Data la struttura quadrangolare dell’opera e gli elementi cilindrici mobili, su di essa disposti, scopo del gioco è eliminare, attraverso l’unica apertura laterale, il solo cilindro che presenta fenditure longitudinali (il Soggetto), nel minor tempo possibile e ad occhi bendati. Il Soggetto deve essere spinto lungo gli snodi labirintici del percorso, eventualmente spostando i cilindri che ostruiscono il passaggio. Una volta collocata la benda sugli occhi del giocatore di turno, la base dell’installazione viene ruotata dal/gli sfidante/i o da una giuria predisposta, e gli altri cilindri vengono cambiati di posizione, in modo che chi gioca non possa individuare in anticipo dove siano gli ostacoli o l’apertura del quadrilatero. Da quel momento può partire il cronometro. Per tutta la durata del gioco, è consentito muovere il Soggetto o spostare gli altri cilindri, ma non è permesso toccare ne’ il perimetro ne’ la superficie della base per capire l’orientamento dell’uscita. Ad ogni partita si possono prevedere due o più sfidanti e si può scegliere tra due versioni dell’installazione con grado di difficoltà crescente.
Se si dispone di più installazioni con la medesima struttura i partecipanti possono giocare contemporaneamente. In questo caso, sarà una giuria a collocare i cilindri per tutti in modo identico. Altre varianti del gioco prevedono l’uscita dal percorso anche degli altri elementi cilindrici, oltre al Soggetto, o la possibilità di stabilirne in anticipo una quantità minima o massima da eliminare.
Al fine di stimolare la fantasia, è possibile, naturalmente, inventare regole diverse, in base all’estro del momento, fermo restando che giocare a occhi bendati rimane la regola essenziale. Per questo motivo, l’installazione si presta ad essere particolarmente apprezzata dai disabili visivi e costituisce un eccellente esempio di inclusività nell’ambito del panorama artistico contemporaneo.
Rules of the game
Given the quadrangular structure of the work and the mobile cylindrical elements upon it, the aim of the game is to eliminate, through the single lateral opening, the only cylinder that has longitudinal grooves (the Subject), in the shortest time possible and blindfolded. The Subject must be pushed along the labyrinth, moving any cylinders obstructing its passage. Once the next player is blindfolded, the base of the structure is rotated by the challenger/s or by a prearranged jury, and the position of the other cylinders is changed, so that whoever is playing does not know beforehand where the obstacles are or the opening of the quadrilateral. From that moment the chronometer can be started. Throughout the game it is possible to move the Subject or the other cylinders, but it is not possible to touch the perimeter or the surface of the base in order to understand where the exit is. For each game it is possible to have two or more challengers and also to choose between two versions having increasing degrees of difficulty.
If you have multiple installations with the same structure, participants can play at the same time. In this case, a jury will place the cylinders identically for everyone. Other variations of the game include the exit of the other cylindrical elements as well as the Subject, or the possibility of establishing beforehand a minimum or maximum quantity to be eliminated.
In order to stimulate one’s imagination, it is certainly possible to invent different rules at any given moment, but it must be played blindfolded, which remains an essential rule. For this reason the installation is especially appreciated by the visually impaired and is an excellent example of inclusiveness within the contemporary artistic panorama.